Vi spiego le cose ovvie...datemi solo il tempo di capirle

venerdì 20 giugno 2008

Metti una sera a cena



Salvator Dalì - Fried eggs on the plate without the plate - 1932



Resoconto di una serata piacevole e a suo modo illuminante.Dopo una prenotazione differita di quindici giorni ed elargita come fosse una grazia ieri sera sbarchiamo in questo monastero del Seicento trasformato in un complesso alberghiero con annessa SPA (salus per aquam,qualcosa si impara sempre) e vinoterapia.Vinoterapia?Non la volgare alzata di calici e gomiti alla quale subito corre il pensiero ma misteriosi trattamenti effettuati in un ambiente raffinatissimo ed etereo,piscine e lettini in palissandro come se piovesse luce soffusa e lounge music a tutto spiano.Dopo un aperitivo confezionato ad hoc da un barman che non perde l’occasione per farci sapere di avere lavorato in posti di prestigio assoluto ci accomodiamo:il ristorante trova posto nelle cantine del monastero ma vista la temperatura mite si mangia nel chiostro (attenti a non dire cortile per evitare di essere fulminati da uno sguardo di sprezzante compatimento, come la signora in gran spolvero collocata,evidentemente per punizione,in un tavolo al centro con il suo accompagnatore).Il tempo ci risparmia la pioggia e invece ci regala un cielo pieno di stelle sotto il quale spariscono con la giusta lentezza piatti confezionati a regola d’arte tra cui il mitico vitello tonnato,vanto di famiglia da oltre vent’anni,i ravioli di castagne e uno spettacolare S.Pietro al vapore.
Il tutto manco a dirlo accompagnato da vini superbi (le cantine sono uno spettacolo a parte con una selezione di più di duemila etichette) e degno finale con tagliere di formaggi,frutta di stagione,dolce,amaro,caffè,ammazzacaffè,secondo dolce, altro caffè,ammazza-ammazza caffè.In questi casi il conto è una sciagura inevitabile ma di cui si è almeno ben consapevoli(quasi come prendere moglie,dico io).
Quello che mi ha fatto riflettere sono state le macchine parcheggiate fuori,per tacere della coppia arrivata in elicottero.Molti aspettavano qualche coppia famosa,invece pare fosse un produttore vinicolo della zona con la consorte.Non sempre il denaro si mostra spudoratamente e finisce sui rotocalchi,a volte si muove anonimamente in ambienti dall’eleganza discreta, preferisce l’understatement,odia la pubblicità anche se si sposta in Bentley e della stagnazione/recessione se ne fa un baffo.

P.S. L’episodio della signora del cortile/chiostro me ne ha ricordato un altro di parecchi anni fa:ad Antigua era quasi ora di cena quando arriva in albergo,direttamente dall’aeroporto una coppia di signori italiani oltre la cinquantina.Naturalmente li si fa accomodare tra una quindicina di italiani che chiaccheravano aspettando l’ora di cena.La signora inizia a parlare delle varie tappe del viaggio tra cui Santa Lucia.Orrore!Viene immediatamente cazziata dal solito saputo che con sguardo commiseratorio le dice:”Ma signora,sarà stata a Sen Lussia (con la esse sibilata).Santa Lucia è una mozzarella”Risate diffuse,colorito della signora tendente al viola.Perchè il rischio di certe vacanze è che dopo avere stanziato una cifra pari ad un mutuo fondiario di medio valore è necessario studiare alla perfezione eventuali varianti di pronuncia di tutti i posti dove si andrà per evitare di essere chiamata sadicamente”Signora Lucia” per tutto il tempo e di meditare a lungo il suicidio con il Bic (l'accendino non il rasoio).

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Roby, ma non che, in incognito, eri anche tu fra gli invitati al matrimonio dell'anno, Briatore-Gregoraci?! :D

Anonimo ha detto...

ellapeppa, ci trattiamo bene! e io lì a pensare che ti fossi pappato i tuoi amici!
tipicamente in questi posti sciccosissimi azzecco magari la pronuncia di vini-posti-cibi ma finisco sempre col cadere da qualche scala.
preferisco le trattorie...

Lanza ha detto...

@RazzaCorta:detesto la folla le cerimonie e l'apparire.Sarei andato solo perchè ho letto il menù:)

@DisceseArdite:ci sono trattorie dove si mangia divinamente.Ma ogni tanto anche una capatina tra i"sciuri"non guasta.Ciao

Anonimo ha detto...

Visto che non ti piacciono le folle (come me), visto che l'"osservanza" in silenzio delle circostanze mi fanno gola (come te)...
_fammi essere un pò venale_...
non è che m'inviteresti a cena???

Un abbraccio!

Glò

Lanza ha detto...

@Glò:quando e dove vuoi:)

Anonimo ha detto...

Io credo che la classe sia una qualità. E ha sicuramente più classe chi frequenta indistintamente una trattoria o un ristorante chic piuttosto che sempre e solo posti "da ricchi". Il denaro, poi, sicuramente non è sinonimo di classe.
PS Dalì mi sta facendo venire voglia di un uovo al tegamino... ;)

Lanza ha detto...

@lilu8:è molto facile trovare volgarità nei posti più lussuosi:)

 
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