Vi spiego le cose ovvie...datemi solo il tempo di capirle

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lunedì 14 settembre 2009

We make ev'ry minute count

Il bambino coglione ha vinto ancora.Tra poche ore andrò a fare il cretino lontano da qui(perchè qui ormai nessuno mi sopporta più:)Stavolta ho con me il fido portatile e vi terrò d'occhio(devo scrivere un post sulle partenze con o senza portatile:per me le prime sono intermezzi presi in periodi relativamente buoni,dove esiste ancora un desiderio di tenersi in contatto.Le seconde sono delle fughe vere e proprie,dove si desidera prepotentemente perdersi e perdere ogni contatto che non sia quello fisico,quello che brucia sulla pelle).Tornerò per i primi di Ottobre,i soldi sono quel che sono.Ciao

lunedì 10 agosto 2009

Scribbly black and everything shines


Pamela Sukhum - Slide


Pamela Sukhum - Jetlag dreams


Tornato.State seduti grazie.Ho trovato ad aspettarmi luci spente e il gatto mi ha soffiato e se n’è andato per i fatti suoi.La casa in compenso è stata tirata a lucido ergo devo andare via più spesso.In questo momento solo un pò di adrenalina mi tiene in piedi ed inizio ad assomigliare pericolosamente ad un Mocio Vileda.Se chiudo gli occhi passerò le prossime quindici ore seduto e non mi sembra il caso.Per cui ci si legge uno di questi giorni.

venerdì 10 luglio 2009

Holly came from Miami FLA


Per scoprire il messaggio subliminale celato nel fotomosaico scaricarlo (magari cliccando per avere la versione estesa) ed ingrandirlo.


Già minato da uno stile criptico che allontana i (pochissimi) lettori,afflitto cronicamente da una pochezza di idee perniciosa e persistente,definitivamente affossato dal DDL Alfano questo blog e il suo tenutario si prendono una vacanza.Sono consapevole che andare in vacanza a Luglio e Agosto è insopportabilmente pacchiano,da poveracci insomma,ma il mio vuole essere un gesto di solidarietà e di condivisione.Scherzi a parte ho bisogno di vivere per qualche tempo in luoghi dove poter abbandonare le abitudini quotidiane,dove ogni risveglio non sia preludio a gesti ripetuti all’infinito ma ad una giornata ancora da scrivere.Spero di ritrovarvi tutti al mio ritorno,anzi spero prima di tutto di tornare.Farewell.

PS – Occhio,se mi diffamerete approfittando della mia assenza ne risponderete nelle sedi adeguate:)

mercoledì 11 marzo 2009

Thick as a brick









Uno dei motivi per cui vale sempre la pena di viaggiare,a mio parere,è che si torna diversi da come si era partiti.Il confronto quotidiano con stili di vita e culture distanti dalla nostra ci costringe nostro malgrado a considerazioni e paragoni.Da questo punto di vista il mio ultimo viaggio in Africa è stato interessante ed illuminante.Sono stato a contatto con persone che non posseggono nulla e non ho potuto fare a meno di pensare a quanto avevo pagato la macchina fotografica che portavo al collo.La realtà è che queste persone sono talmente diverse da noi da metterci a disagio senza fare nulla:non temono che la crisi si porti via la qualità della loro vita,non conoscono l'invidia o l'astio.Semplicemente guardano avanti con gli occhi spalancati ed asciutti e una incrollabile fiducia nel futuro:un giorno,sempre troppo tardi,si prenderanno quello che loro spetta mentre noi saremo troppo impegnati a scegliere l'ennesima giacca di Armani,quella per l'aperitivo.


P.S. A tutti i tifosi della Juventus:a questo punto mi sembra chiaro che il problema di questa squadra,o almeno il problema più grosso,sia rappresentato da un allenatore che non riesce a dare la carica,che forse andava bene per obiettivi limitati ma che ora ha fatto il suo tempo.Fosse per me,arrivederci e grazie Claudio.

venerdì 27 febbraio 2009

Tangerine Dream







Due splendide immagini di Tangeri "tirate"in HDR.Mi viene da ridere al pensiero che le persone che più si sono raccomandate che scattassi foto sono anche le uniche che non si sono degnate di lasciare una parola di commento.Per fortuna questo è un loro problema:io viaggio sempre per me stesso e per quello che ne posso conseguire a livello di benessere e di curiosità appagate.Amo l'understatement da sempre,non solo ora che bene o male scrivo due righe a persone che neppure mi conoscono.Ho sempre pensato che determinati viaggi possano risultare non dico offensivi ma francamente irritanti a persone che non si sono mai mosse da casa o quasi.Trovo le cartoline di una invadente volgarità ed infatti non ne spedisco mai,a meno che non mi siano state espressamente richieste per collezioni o simili.Pensandoci bene anche questo mini resoconto con foto mi sembra molto di cattivo gusto perchè il viaggio è una cosa che si fa per sè e si dovrebbe evitare di sbatterlo in faccia a chi non è interessato.A proposito,una cosa mi interessava chiedere a chi si trovasse a leggere queste righe:ma voi viaggiate per perdervi,per ritrovarvi o per altri motivi?Vi anticipo che io non l'ho ancora capito.

martedì 24 febbraio 2009

Good Hope



Città del Capo finalmente.Se non sapessi di essere in Africa non ci crederei.Un mondo completamente diverso,perennemente in bilico tra la precisione e la pulizia svizzera ed un tasso di criminalità da paura. Praticamente tutta la città è sorvegliata da telecamere e tra sicurezza privata e pubblica si possono contare decine di guardie extra large anche in zone apparentemente tranquille.Del resto per entrare in un negozio di libri usati ho dovuto suonare,attendere una verifica visiva,mettere il passaporto in un apposito scomparto e dulcis in fundo passare attraverso un metal detector.Un asilo d’infanzia,praticamente.La sensazione è quella di una normalità che viaggia sul filo del rasoio,di una tranquillità artificiale mantenuta sulla base di rapporti di forza.Ma a tutto ci si abitua,così prendo un taxi e me ne vado sul waterfront, una superficie collocata appena al di fuori dell’area portuale vera e propria che ospita deliziosi ristoranti insieme a giganteschi negozi di articoli sportivi e un centro commerciale insolito per ciò che è possibile trovarvi.
Domani mattina breve gita sulle Table Mountain per mezzo di una funivia(per evitare di stancarsi troppo:) ed al pomeriggio vorrei arrivare sino al mare di Buona Speranza con relative scimmiette ma credo che dovrò rimandare a dopodomani.
Dopodichè rotta verso casa,finalmente,senza dimenticare una località che porto nel cuore da una vita(la prima volta che ci sbarcai avevo nove anni e stavo facendo una crociera nel Mediterraneo con i miei genitori).Sto parlando di Tangeri,misconosciuta località del Marocco che sta di fronte alla Spagna.Mi sento decisamente di sconsigliarvela perché la amo di un amore folle e totalitario,amo i suoi juke-box che suonano canzoni di Perry Como,amo oziare seduto ad un bar della Medina bevendo tè alla menta bollente e godendomi un variopinto viavai.Perché Tangeri non è Spagna,né Marocco,né Africa.Che sia un altro mondo?

mercoledì 11 febbraio 2009

Casablanca in acido



Vorrei sapere perché l’unico aeroporto internazionale in Europa dove non esiste uno spazio fumatori è la Malpensa.Al Barajas di Madrid ci sono”punti fumo”sormontate da una cappa aspirante sopra ad un portacenere da ottanta centimetri di diametro,mentre a Heatrow ci si può accomodare in una sala dove si può fumare tranquillamente seduti su divani metallici.Unico neo il rumore infernale prodotto da una batteria di enormi ventilatori che tuttavia compiono il miracolo di eliminare ogni traccia di fumo e rendere questo locale vivibile nonostante assomigli sinistramente ad un ghetto per tossicodipendenti all’ultimo stadio.Ma siccome questi tossicodipendenti hanno pagato il biglietto come gli altri e rispettano i diritti di chi non fuma qualcuno dovrebbe preoccuparsi di fare in modo che possano fumare in pace.Il divieto sugli aerei lo accetto serenamente perché dividere i posti in fumatori e non fumatori senza nessun tipo di divisione fisica portava a risultati francamente buffi o irritanti a seconda del punto di vista.Ho visto passeggeri seduti nella zona non fumatori avvolti in una nuvola di fumo,oltretutto senza poter protestare.
A proposito di aeroporti:ma capitano solo a me i decerebrati che passeggiano/corrono sui nastri trasportatori diretti ai gates d’imbarco?Perché non corrono nell’ampio corridoio a lato invece di fare lo slalom tra bagagli e persone disturbando tutti?Semplice:per arrivare con quaranta minuti di anticipo e trascorrerli guardando in aria.Quanta pazienza che ci vuole.

martedì 10 febbraio 2009

Bidonvillea



Il viaggio continua.In modo tutt’altro che lineare ma conoscendomi mi sarei meravigliato del contrario.Ero partito per andare in Kenia:a Mombasa caldo ma ventilato,a Nairobi decisamente più umido.Mi sono spinto sino alla bidonville di Korogocho per vedere con i miei occhi migliaia di persone vivere contro ogni possibilità logica,rovistare nella adiacente discarica alla ricerca di improbabile materiale utile nei rifiuti di un paese del Terzo Mondo.Odio la facile retorica e credo di essere dotato di un certo cinismo ma in tutta sincerità credo che siano spettacoli che come minimo inducono ad alcune riflessioni.Sul posto sono attivi missionari comboniani che fanno ciò che possono (e non è poco vi assicuro).Dopo un paio di giorni sono risalito sino a Casablanca, decadente e splendida con le superstiti architetture coloniali e le pioggerelle alternate ad un sole sin troppo caldo. Obbligatoria visita alla Moschea di Hassan II,la più grande del mondo dopo quella de La Mecca.Costruita in riva al mare(l’effetto ottico la colloca direttamente a galleggiare sulle onde)può vantare un minareto alto più di 200 metri,dalla sommità del quale un potente raggio laser indica la direzione della preghiera al calar del sole.Tra qualche giorno dovrebbero essere disponibili i farmaci che ho richiesto ad una clinica privata;a quel punto inizierò una parte di viaggio non preventivata all’inizio ma forse per questo più affascinante.

sabato 31 gennaio 2009

Somewhere in Africa








Sto ascoltando un disco di un quintetto che ebbe fortuna e fama inferiore ai meriti,secondo me.Si tratta dei Manfred Mann e del loro"Somewhere in Africa".Lo ascolto da quando stamane,alzandomi,ho deciso di partire ed ho iniziato a buttare qualcosa in valigia senza sapere molto del mio viaggio eccetto che sarà in Africa.Vi risparmio le banalità:avrò con me il laptop e, quando sarà possibile,aggiornerò questo foglio virtuale.Fate i bravi,mi raccomando.

domenica 5 ottobre 2008

A casa

Tornato.Back home.Per me nulla di paragonabile ad un paio di settimane a zonzo per fare il pieno di entusiasmo.Anche solo al pensiero che il giorno dopo è una pagina ancora bianca e non so cosa ci scriverò.Un viaggio diverso dal solito.In compagnia di un amico sufficentemente irresponsabile da mandare tutto in malora per due settimane e abbastanza saggio da sapere che un giorno il mondo farà a meno di lui.
In automobile per parlare ascoltare musica fermarsi ad una stazione di servizio.Senza sentire il bisogno di scattare foto o di essere connessi alla rete anzi forse proprio disintossicarsi da certe abitudini.Ora conto di superare il periodo natalizio e dopo l’Epifania...vedremo.Volete un consiglio?Ogni tanto staccate con un viaggetto.

lunedì 30 giugno 2008

Giamaica (e non a Brera)






Sono bastate un paio di righe da Kingston dell’amico Antonio per riportarmi al mio soggiorno in Giamaica nei mitici Anni Ottanta.Già allora la mia agenzia di viaggio mi aveva sconsigliato Kingston in quanto città pericolosa e con scarse attrattive turistiche dirottandomi su Montego Bay.Eccomi dunque di partenza per un viaggio che già sulla carta si annunciava un discreto “tour de force”:Milano-New York,New York-Miami,Miami-Montego Bay.Senza scordare che all’epoca il check-in andava ripetuto ad ogni scalo e il recupero bagagli dal nastro circolare diventava un incubo.Tra coincidenze in ritardo e l’ultima tratta effettuata su un aereo da panico:un solo motore ed elica anteriore come gli aeroplanini giocattolo carrozzeria tipo Savoia Marchetti in tela cerata trenta posti e le facce dei compagni di viaggio che scrutavano la tua nel timore di leggervi la stessa perplessità(per usare un eufemismo).L’atterraggio fu salutato da urla di entusiasmo (mancavano solo gli striscioni) e baciare il suolo tipo Papa mi sembrò il minimo.Un taxi mi portò rapidamente alla mia nuova residenza temporanea:l’Half Moon Hotel.Un posto da favola dove le camere erano bungalow sparpagliati letteralmente in una specie di immenso bosco che arrivava sino al mare.Fuori dalla porta c’era una spiaggetta privata e il mare non distava più di dieci metri tanto che i miei sonni erano cullati dalla risacca.Svegliarsi alla mattina e fare colazione sotto un piccolo porticato con il mare così vicino da potersi toccare era una sensazione indescrivibile.
Il mio soggiorno fu allietato anche da splendidi “green” a diciotto buche dove ben presto mi resi conto che andare in giro con le macchinine elettriche era molto più divertente che vangare il terreno sotto gli sguardi disgustati del mio istruttore.Anche la scoperta che le giovani americane che erano in albergo perlopiù con la famiglia avevano del sesso un’idea più liberale e meno ipocrita delle italiane,o meglio delle italiane che conoscevo io,contribuì non poco a rendere la mia permanenza molto gradevole assieme alla mitica ganja che era virtualmente legale e ad un prezzo ridicolo.Una vacanza che mi sento di consigliare a tutti(considerato che oggi mi pare esistano voli diretti o quasi e che i prezzi sono scesi di molto).Unica controindicazione:quando tornerete sul Tirreno o sull’Adriatico probabilmente piangerete come nella pubblicità delle Crociere Costa.

martedì 27 maggio 2008

Home







A casa.I due aspetti piacevoli di un viaggio penso siano quelli estremi:la partenza e il ritorno.La partenza è piena di cose da vedere e scoprire,di speranze e di curiosità.Il ritorno significa tornare alle amate abitudini,chiudere una parentesi che è stata bellissima proprio in quanto parentesi.Un viaggio senza ritorno diventa un soggiorno e perpetua uno status dal quale forse si stava cercando di fuggire.Il viaggio deve durare finchè il posto dove siamo continua ad attrarci e stupirci,non un giorno in più.Poi forse guarderemo le cose di tutti i giorni con occhi diversi.

 
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