Chiacchere

Vi spiego le cose ovvie...datemi solo il tempo di capirle

lunedì 23 gennaio 2012

The beach



Phuket è un isoletta della Thailandia grande all’incirca il doppio dell’Isola d’Elba.Il clima mite in tutti i mesi dell’anno e il cambio favorevole nei confronti del nostro pur disastrato Euro ne fanno da anni una delle mete preferite del turismo internazionale e soprattutto europeo.
Una volta affrontato lo scoglio,economico e non,del viaggio (14 ore filate il volo diretto,comodissimo,per meno di un migliaio di Euro A/R) qui tutto il resto è molto a buon mercato. Appena recuperati i bagagli,non dimenticatevi di prendere un depliant nel quale è incorporata una sim telefonica TrueMove:sostituendola a quella del vostro cellulare potrete restare in contatto con l’Italia a prezzi bassissimi.Telefonando con la vostra attuale sim paghereste parecchi euro anche per una chiamata di pochi secondi.
Se avete prenotato prendete un taxi (meglio quelli con il tassametro) e fatevi portare in albergo:tra cambio di fuso orario,cambio di clima e viaggio ne avete sicuramente bisogno.Altrimenti fatevi portare in una delle tante spiagge adiacenti a Phuket Town dove ci sono camere decorose a pochi euro al giorno.
Se amate le comodità sappiate che comunque una camera da 50 metri quadrati full optional difficilmente supera i 40/50 euro al giorno (colazione compresa) a persona.(Nella foto camere con ingresso diretto alla piscina,per super pigri)
Una volta riposati,non vi resta che l’imbarazzo della scelta:le spiagge sono splendide,negozi bar e ristoranti sono aperti praticamente 24/7.
Personalmente sono rimasto affascinato dalla mescolanza che si trova ovunque:capita di mangiare seduti a fianco di una giovane famiglia con bambini al seguito (ma non dovrebbero stare a scuola?) mentre all’entrata una go-go girl beve una birra adocchiando i potenziali clienti.
L’offerta di sesso è massiccia ma discreta,mai ostentata ed esplicita e quasi invisibile ad un occhio poco attento.
Contro ogni previsione mi sono appassionato allo ”street food” servito da pittoreschi carretti-cucina e consumato sul posto in piedi:involtini e spiedini di pesce e pollo,piccole polpette di carne a richiesta condite con diverse spezie,prima tra tutte il curry.Un modo di mangiare veloce,dietetico e incredibilmente a buon mercato.
Last but not least,come direbbe qualcuno,il piacere di trascorrere una parte dell’inverno a rinfrescarsi dalla calura con un tuffo in mare o in una più asettica piscina gigante con tanto di bar al centro.
Capisco che problemi di ogni tipo costringano a scegliere l’estate per le proprie vacanze,ma in fondo la vacanza estiva è a saldo termico zero:si lascia un posto caldo per arrivare in uno caldo allo stesso modo.Se riuscirete a ritagliarvi un periodo tutto per voi tra Natale e l’Epifania,scoprirete delle interessanti proposte per svagarvi senza svenarvi.
Di una cosa potete essere certi:non ve ne pentirete mai.

domenica 15 gennaio 2012

Buddha and the chocolate box





Ora che la mia avventura in Second Life è praticamente terminata posso tirare le somme (con colpevole ritardo).
SL è uno strumento formidabile per conoscere se stessi, ergo per fare emergere quello che abbiamo sempre saputo ma ci siamo sempre ostinati a negare.Inutile nascondersi dietro le solite scuse:SL è qualcosa che attrae e respinge al medesimo tempo (ci ho messo otto anni prima di decidermi a diventare un resident):se pensiamo che già nelle normali chat testuali nascono sentimenti di amicizia o altro,immaginatevi quando l'interattività si spinge ben oltre,all'interno di un metaverso dove poter essere una maitresse piuttosto che una taxista,un ballerino di flamenco o un mercante di schiavi.O magari essere tutti questi insieme per una porzione del nostro tempo.
Se siete dotati di immaginazione il poter vedere gli altri abitanti di questo strano mondo porta talvolta a confonderli con persone in carne ed ossa:qui è facile far galoppare la fantasia e spesso ho visto scettici trasformarsi in fanatici e collegarsi alle quattro del mattino in attesa dell'amico/a dalla California.
Sto esagerando?Per niente.Potrei raccontarvi storie realmente inquietanti,di persone che hanno superato il livello di guardia ed ora vivono in una casa completamente arredata e funzionale seguendo alla TV i notiziari di Second life,dove i mezzibusti sono avatars naturalmente.
Per abitudine non parlo di una cosa se non dopo averla sperimentata e detesto le persone che parlano di ciò che non conoscono.Per cui apprezzo coloro che mi dicono che questo"gioco"li inquieta,come mi permetto di dubitare di quelli che affermano di essere già troppo impegnati a vivere una vita sola,di non aver tempo etc.In genere il tempo si trova per ciò che piace e/o si considera innocuo mentre diventa un alibi per quello che in qualche modo avvertiamo come potenzialmente minaccioso.
Concludendo,non ho nessun interesse nel volervi trascinare in qualcosa che non vi interessa.Ma,e qui potete credermi,se vi interessa conoscervi meglio e gettare uno sguardo su quella parte indefinita e torbida che tutti custodiamo,allora non potete perdervi un giro gratuito.Se mi avvertirete,chissà,potrei offrirvi da bere.



PS - Volevo tranquillizzarvi ed aggiornarvi:dopo essere miracolosamente sfuggito al blitz di Cortina catapultandomi attraverso una delle uscite di servizio del Cristallo mentre sorseggiavo un calice di Krug Grand Cuveè,sono riuscito,dopo mille traversie,ad approdare in quest'isola del sud est asiatico.I nativi sono pacifici,gentili e quasi sempre sorridenti,i prezzi più che abbordabili,il mare pulito e i paesaggi incantevoli.I visitatori sono pacchiani (io per primo,naturalmente:) ma tutto l'insieme riesce ad essere gradevole.

lunedì 17 ottobre 2011

Saturday night fever



La domanda viene istintiva:ma dopo tutta questa fatica per rendersi presentabili,come si passa il tempo su Second Life?Per prima cosa ci sono gli amici:persone conosciute peregrinando per ogni dove con le quali si ritiene di avere un feeling,anche solo potenziale.Degli amici (forse meglio usare il termine “contatti”) si può sempre monitorare lo status (se sono connessi oppure no),fare due chiacchiere in tempo reale ed anche incontrarsi “de visu” tramite l’onnipotente teleport.Se avete amici ed amiche intraprendenti ed informati/e siete fortunati:vi trascineranno da un vernissage ad una mostra fotografica ad un concerto live.Poi esiste sempre la grande risorsa delle discoteche e sale da ballo che sono centinaia:alcune in sfarzosi saloni finto-settecenteschi,altre su spiagge meravigliose a pochi metri dal mare.
La prima volta tocca fare la parte del pesce in barile:tutti si dimenano al ritmo della musica,sotto le luci psichedeliche ed io sto in un angolo cliccando tutto il cliccabile.Poco dopo scoprirò che avrei dovuto cliccare una enorme sfera che sovrasta il dancing floor e prende il nome di chimera,per avere accesso al menu che comprende svariati stili di danza,dalla più tranquilla alla street dance vera e propria.
Il bello del ballo “ognuno per conto suo” è che è totalmente automatico:se siete in compagnia di amici basta un brb (be right back) e potete tranquillamente andare a fare la doccia,fumare una sigaretta in terrazzo,versarvi una generosa dose di caffè mentre continuate a scatenarvi in pista.Magari per scoprire,al ritorno,di avere fatto colpo sulla biondina con lo spacco assassino:otto IMs che iniziano con un promettente”Wow,you’re hot” e poi scandiscono ogni due minuti “Are you there?”.Peccato che,fiondandomi sulla tastiera per scrivere galanterie da strapazzo,scopro che ora è lei ad essere sotto la doccia.
Il ballo in coppia è differente:innanzitutto la dama di solito non gradisce le assenze prolungate,quindi mi reputo fortunato se riesco ad afferrare una tazza del solito caffè.Le coppie poi sono già formate quindi anche l’effetto acchiappo si azzera,con mio sommo scorno,avendo adocchiato in sala un paio di notevoli pollastrelle.Manca solo che la dama/amica si metta a parlare dele sue pallosissime vicende di vita reale e poi siamo a posto.Perchè gli avatars hanno sempre vent’anni o giù di lì,ma i proprietari viaggiano quasi tutti sui cinquanta e, dietro la femme fatale della situazione, spesso si celano attempati camerieri di ristorante.Con due baffoni da far paura.

mercoledì 31 agosto 2011

Tonight i'm a rock'n'roll star


Dopo quasi un mese di vita in Second Life (28 giorni per la precisione),il mio aspetto è a dir poco insoddisfacente:ho una pelle troppo abbronzata,un caschetto biondo che manco la Caselli,anche le proporzioni sono parecchio grossolane.Per non parlare dell’abbigliamento,simile a quello di un ladro di cavalli:t-shirts freebies o da pochi Linden,scarpe troppo grosse e di colore e forma improbabili,pantaloni viola a zampa d’elefante.
Ma ecco il colpo di genio:chiaccherando con una modella portoghese,una ragazza molto conosciuta per avere posato per note ditte di abbigliamento,vengo a conoscenza del nome di una “look guru” come si chiamano qui.Si tratta di veri e propri consulenti d’immagine a livello professionale,con decine di collaboratori e un giro d’affari di tutto rispetto.Dal nome risalgo al profilo,dal profilo allo studio e mi ci teleporto in un minuto.(Si finisce di essere niubbi quando si eseguono operazioni tipo questa con disinvoltura,senza starci a pensare un attimo.Da questo lato la mia conoscenza di questi meccanismi è più che soddisfacente).
Riesco subito a parlare con la guru che,contrariamente a ciò che mi attendevo,è disponibile ed affabile.Cerca con Google le foto di Gabriel Garko e di Riccardo Scamarcio (meglio andare sul sicuro,anche se pare che all’estero non siano molto conosciuti),disegna uno schizzo veloce e sparisce,per inviarmi dopo qualche secondo un teleport.Accetto la richiesta che compare sullo schermo e mi materializzo in un negozio extralusso che vende solo abbigliamento di gran classe:smoking,completi in seta,cravatte,soprabiti.In un paio d’ore ne giriamo parecchi(io appena “atterro” prendo il Landmark, che qui è come il bookmark in un browser internet:cliccandolo vi consente di tornare dove eravate quando lo avete preso).
Terminato il giro dei negozi sono irriconoscibile:Un fascio di muscoli alto due metri con una faccia da divo del cinema:sguardo magnetico, carnagione appena un po’ scura,capelli color caffè scolpiti uno ad uno. Indosso un completo giacca e cravatta di Lapointe & Bastchild corredato di soprabito blu,scarpe con borchia centrale dorata.Mi accorgo ben presto che al cambio di look corrisponde un cambio radicale di punto di vista.Se nella vita di tutti i giorni fosse possibile una metamorfosi del genere,forse avremmo molte sorprese riguardo alla nostra vera natura.E’ solo un gioco (i distinguo sono doverosi e belli grossi ma credo sia meglio affrontarli dopo) ma anche qui il look è fondamentale, proprio come nel mondo reale.Sono entrato,bruciando le tappe,nel ristretto giro de”i fichissimi”:ora non saluto più tutti, sono troppo indaffarato a rispondere a saluti o messaggi altrui.Anche queste righe sono state scritte con il viewer ridotto ad icona:se mi mandano un Istant Message l’icona lampeggia e mi avvisa.

domenica 14 agosto 2011

I always looked to you




Una volta avvenuta la ”Age verification” mi si spalanca un mondo completamente differente:ora ho accesso a tutte le aree,il “search” interno a Second Life si è schiodato dalla modalità “General” e ora comprende anche la peccaminosa “Adult”.Persino sul grande mercato sul Web (Second Life Marketplace), inserendo nome e password di accesso è possibile fare acquisti,comprendenti la famigerata fascia per adulti, che verranno recapitati (di solito nel giro di un minuto,in assenza di problemi di rete ) direttamente nel metaverso.Su Second Life l’ora è quella di Los Angeles,9 ore in meno rispetto all’Italia.La valuta è il Linden,che vale circa 0,4 centesimi di dollaro USA.Una volta fatto il primo pagamento con la carta di credito,si può acquistare valuta direttamente dal viewer in pochi secondi.
I primi acquisti? Obbligatoria una AO (Animation Override) per gestire la posizione eretta,il camminare ed il sedersi.Prima di comprarla meglio chiedere a qualcuno dei “vecchi” : ce ne sono moltissime,quelle che vanno per la maggiore ora sono quelle della Kuso.Subito dopo occorre lavorare sull’avatar visitando enormi stores che vendono skins and shapes.La skin serve a modificare il color rosa porcellino di default in una carnagione estremamente pallida (molto in voga tra vampiri,lycans e seguaci della saga di Twilight) o in una completamente scura tipo africano.In mezzo centinaia se non migliaia di variazioni di tonalità.La shape è invece la “forma” dell’avatar, letteralmente:potete scegliere anche qui tra migliaia di variazioni,tra il tipo alla Sean Connery e quello alla Brad Pitt.Le marche più gettonate sono la Tellaq e la Prodigal.Per gli hair meglio non accontentarsi di nulla di meno degli scolpiti della Uw St e, per quanto riguarda gli eyes,meglio averne sempre qualche paio di scorta.
Naturalmente ci sono avatar che possiedono intere collezioni di skin,shape,hair e eyes.Passano ore a cercare il mix perfetto,magari quello che meglio si accoppia al vestito appena comprato.
A quelli che non conoscono per nulla Second Life e trovano sorprendente ciò che ho scritto consiglio la visione di questo filmato.
Se pensate che sia un mondo strano avete perfettamente ragione,e ancora non avete visto nulla (o quasi).

martedì 26 luglio 2011

And our hearts inside scream for a second life



Credo che a Second Life si arrivi spesso in momenti di crisi:io spiavo già da qualche tempo blogs di persone che parlavano di questo mondo virtuale ma non avevo mai pensato di entrarci.Lo consideravo una eccentricità fuori dai miei interessi,ed infatti lo è stata sino al fatidico giorno.
Accedere a questa nuova realtà è facile:sul sito ufficiale si trova il viewer da scaricare (poi si passerà a Phoenix,più leggero e performante),si sceglie un nome (ignorando quasi sempre che sarà l’unica cosa che non si potrà più cambiare) e ci si connette.Sembra il primo giorno di leva:mi viene consegnato gratuitamente un avatar (per i maschi una specie di troglodita color rosa porcellino,le femmine hanno invece un archetipo femminile dello stesso colore detto “Ruth”,chi vuole rinascere transessuale, travestito o ermafrodita ha da lavorare un po’ di più) e un kit sopravvivenza (qualche straccio da indossare per non andare in giro nudi).
Ora faccio parte ufficialmente di una gigantesca comunità virtuale ma mi sento come quei profughi appena sbarcati da qualche tinozza galleggiante:sulla testa ho un tag con il mio nome,un profilo vuoto e il numero zero (i giorni di anzianità) non sarebbe neppure il caso di metterlo:cammino come un incrocio tra un androide rotto e Frankenstein,se cerco di parlare con qualcuno vengo quasi sempre trattato come un appestato e guardo i numerini degli altri con invidia:50,170,490 e quando leggo qualche 1500 per poco non mi genufletto.Mi sembrano strafichi,parlano tra loro,ogni tanto ridono rumorosamente e temo sempre che stiano ridendo di me.
La prima cosa che capisco è che il business la fa da padrone pure qui:per accedere alle aree “adult” si deve fornire una prova della raggiunta maggior età ed è largamente preferito nonchè più rapido l’acquisto con carta di credito.Ma le aree adult sono la parte più interessante di Second Life:pare che avatar modellati a somiglianza delle eroine dei fumetti erotici siano pronte a spericolate acrobazie sessuali con varianti sadomaso per cui il primo acquisto con Credit Card avviene dopo meno di un’ora dall’ingresso.
Ora si tratta solo di attendere che i server della Linden elaborino la mia richiesta.Mi disconnetto speranzoso.Il primo giorno è passato,il battesimo del fuoco è stato superato.Statisticamente un numero impressionante di persone rinuncia dopo il primo contatto per cui,se il giorno dopo tornerò,sarò sulla buona strada.O sulla cattiva?

martedì 15 marzo 2011

Here, there are many, many sheep



Claudio Sousa Pinto - Flowers


E’ ora che qualcuno lo dica:l’industria del turismo lungo raggio si alimenta essenzialmente della voglia di stupire,di condensare in un nome tutta la nostra capacità di vivere mentre gli altri semplicemente tirano il fiato.E allora diciamolo:l’unico motivo per sobbarcarsi viaggi biblici a costi inverosimili,scali tecnici di sei ore,hostess(es) racchie e sgarbate,camicie strafighe irrimediabilmente chiazzate dal vuoto d’aria mentre stavamo mangiando un pudding che manco i cani,è il sottile e sadico piacere di leggere un misto di sorpresa,incredulità ed invidia nello sguardo di chi,incautamente,ci chiede dove siamo stati.”Nassau”,pronunciato nassò (come abbiamo imparato dalla paziente popolazione indigena).E la paura dopo è sempre la stessa:che quello ci faccia candidamente la domanda da un milione di dollari:”Tutta quella strada per prendere un po’ di sole?” Perché è vero,anche se non lo ammetteremmo neppure sotto tortura:mentre eravamo sulla spiaggia,baciati dal sole tropicale ed accarezzati dal vento venerato dai surfisti,sarebbe bastato chiudere gli occhi per immaginarsi a Borghetto Santo Spirito,un’ora e mezza di macchina.

 
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