Vi spiego le cose ovvie...datemi solo il tempo di capirle

mercoledì 22 aprile 2009

And turn that big black engine home







Nei singoli la follia è una rarità: ma nei gruppi, nei partiti, nei popoli, nelle epoche è la regola. Questa frase di Nietzsche,come al solito lapidaria e geniale,mi è tornata in mente leggendo le centinaia di commenti ad un post di una blogger de L'Aquila.Questa signora,dopo essere stata colpita dal terremoto ed avere perso tutto,ha potuto continuare ad aggiornare il suo blog per mezzo di un portatile e di un pendrive donati da bloggers amici.Un'occasione rara di avere un'informazione diretta e non filtrata,un modo di dare ad un blog una funzione che vada oltre gli usuali post per divenire la voce di chi voce non ha se non nelle (a volte squallide) interviste dei vari programmi tv .Ma la signora in questione ha manifeste e mai nascoste simpatie per la sinistra extraparlamentare per cui,dopo una lunga serie di commenti solidali ed offerte di aiuto anche da parte di persone che l'hanno conosciuta grazie al passa parola e hanno simpatizzato con lei in questa triste circostanza,sono iniziati i commenti anonimi e velenosi.
Dapprima timidamente poi sempre più pesantemente la signora è stata accusata di parecchie nefandezze tra cui le velate critiche alla macchina dei soccorsi e la richiesta di un pc portatile,evidentemente non considerato un bene di prima necessità.Addirittura le è stato rimproverato di non condividere la roulotte in cui vive ora con una persona rimasta sola,come dovrebbe invece fare in nome di quel comunismo che ha sempre sbandierato.
Confesso di essere rimasto tristemente colpito dalle critiche più becere e volgari ma, riallacciandomi alla frase iniziale del post,ho capito che la solidarietà si esprime meglio nei confronti di moltitudini indistinte.Appena le persone si manifestano nella loro individualità si espongono loro malgrado alle critiche di alcuni che pian piano iniziano a notare i loro difetti ed a pensare che in fondo la pretesa dell'acqua calda sia eccessiva in una persona che non ha più nulla.E' il meschino piacere degli invidiosi osservare la caduta di chi consideravano superiore a loro solo per una serie di fortunate circostanze e godere dell'insperata fortuna di vederlo ora umiliato e privato di tutto salvo che della sua dignità senza prezzo.

2 commenti:

RazzaCorta ha detto...

il discorso è piuttosto complicato, perchè io possa ritenermi soddisfatta di una qualunque risposta che darò qui in due righe. per altro, non conosco le vicende, neanche da lettore esterno, come lo sei tu. tanto meno sono in grado di decidere se dar credito alle accuse mosse alla signora in questione. quello che penso è che, essere di destra o di sinistra non dovrebbe mai far la differenza nel momento di decidere di aiutare una persona in difficoltà. tanto più se le difficoltà stanno cogliendo anche te in prima persona(in quel momento sei probabilmente la persona che più di ogni altro può capire e, di conseguenza, dare il giusto aiuto). poi è un dato di fatto che ognuno reagisce al dolore in maniera diversa. io, probabilmente, per quanto la scrittura sia terapeutica nel mio modo di vederla, credo che, in momenti così catastrofici, non riuscirei neppure a pensarci. quindi, neanche per sogno mi verrebbe in mente di cercare un pc ed una linea di connessione per aggiornare il blog.
d'altra parte, sono sufficientemente grande da aver capito che a volte, in situazioni nuove e particolarmente toccanti, spesso abbiamo reazioni che mai avremmo noi stessi potuto lontanamente immaginare.

Lanza ha detto...

@RazzaCorta:forse queste calamità tirano fuori il meglio in alcuni di noi ed il peggio in altri.Grazie per l'analisi accurata e dettagliata.

 
Clicky Web Analytics