Vi spiego le cose ovvie...datemi solo il tempo di capirle

venerdì 17 aprile 2009

Women all standing with a shock on their faces






In questi giorni ho provato un senso di disagio,come sempre mi capita in occasione di catastrofi naturali e non,come il terremoto in Abruzzo.
A provocare disagio è il fatto che siano le televisioni e i giornali a decidere quando dobbiamo sentirci buoni e solidali,che ogni giorno nel mondo innumerevoli persone muoiano e molte di più vivano in condizioni disumane senza che la cosa disturbi le nostre tranquille vite o le nostre immacolate coscienze.Se domani eserciti di giornalisti fossero spediti nel Darfur o nel Ghana ed iniziassero un bombardamento di immagini descrivendo le condizioni di vita (e di morte soprattutto) delle popolazioni locali ci sarebbe una partecipazione senza precedenti.Un girotondo di numeri di conto corrente corredati da IBAN chilometrici e di numeri ai quali inviare sms solidali.In pochi giorni sono certo che si raggiungerebbero cifre di tutto rispetto.
Sappiamo quante persone sono ancora nei containers in Umbria?Non credo.Perchè oramai la loro parte di carne da telecamera lo hanno fatto,ora possono tornare nell'oblio.Nessuno si ricorda più di loro.
Ma siamo manovrabili a tal punto dai media?Ma non siamo neanche più capaci di commuoverci o di partecipare ad una tragedia senza l'input di un martellamento a reti unificate?Siamo tornati bambini,come quando dovevamo essere buoni ad orologeria,Natale e Pasqua e poi chi s'è visto s'è visto.

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Quanto sopra,mi sembra superfluo dirlo,è frutto di una mia personalissima riflessione e non vuole naturalmente mancare di rispetto alle persone che si sono ritrovate all'improvviso proiettate in una dimensione di dolore inimmaginabile da chi non la ha vissuta.

5 commenti:

RazzaCorta ha detto...

ho già commentato in merito sul mio blog. inutile ripetermi.

Anonimo ha detto...

In alternativa, si può essere generosi e solidali sempre, sia quando c'è un grande dolore e lutto collettivo e mediatico, sia quando c'è un dolore o un disagio quotidiano e continuativo di cui nessuno parla. In questo modo, ci verrebbe naturale e non lo sentiremmo come imposto, aiutare qualora il disagio straordinario si presenti.
Un abbraccio, Linda

Anonimo ha detto...

Ma io sono semplice, Robi, una operativa e di poche parole. E, a volte, sembra che voglia banalizzare pensieri profondi e di disagio interiore come quello da te espresso. Ma non è così. Ho capito quello che vuoi dire, ma dico che imposto o no, l'importante è non voltare mai lo sguardo altrove, di fronte al dolore.
Per il resto, lo sciacallaggio mi ripugna, come ripugna te.
Sempre Linda.

Censorina ha detto...

No, non manchi di rispetto. E' così. Oltre al bombardamento dei media (naturale in quei giorni) io noto anche un altro aspetto: la disgrazia vicina è più coinvolgente di quella lontana. Ti dirò di più: il terremoto dell' Aquila mi ha motlto colpita anche perchè ci ero stata da poco. Che dire? Non mi sembra di essere una persona ingiusta, ma ti dico che è così.
Sta a noi non dimenticare i problemi che i media hanno un pò eclissato.
Ciao, Roberto.

Skylark ha detto...

Ciao :) tutto bene, tileggo sempre con molto interesse anche se ultimamente ho scritto poco. Sono stata presa dal vortice degli impegni quotidiani. La solidarietà è sempre una signora con la doppia personalità, ognuno conosce la sua personale inclinazione alla solidarietà. Lo schifo è quando diventa una forma di narcisismo o pubblicità elettorale. A presto Skylark

 
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