Vi spiego le cose ovvie...datemi solo il tempo di capirle

sabato 15 maggio 2010

Olim morta accidesti fide nam ignota







In giovane età sono stato accanito lettore di storie con delitti, indagini, colpevoli immancabilmente assicurati alla giustizia e quant'altro.Quindi divoravo le avventure di Sherlock Holmes,Ellery Queen,Nero Wolfe e,naturalmente,Hercules Poirot. Quattro nomi,quattro stili di indagine differenti:tutti basati su una fredda analisi dei fatti e sul confronto di alibi e testimonianze,ma ognuno caratterizzato da un personalissimo modus operandi.
Ma qualcosa in comune c'è:nelle vite dei quattro non c'è e non c'è mai stata traccia di una relazione sentimentale.Le figure femminili scorrono davanti a loro come testimoni o possibili assassine,mai come persone dotate di un reale appeal, persone con le quali si possa desiderare relazionarsi al di là dello stretto necessario al buon esito delle indagini.
I nostri cervelloni sembrano bearsi del loro genio mentre sventano complicatissimi piani criminali e non vogliono sentire parlare non solo di mogli e fidanzate,ma neppure di un'avventuretta senza strascichi.E non è certo un fatto temporaneo:non si ha notizia di presenze femminili nella loro vita di splendidi narcisi.
Qual'è il significato di una costante che a me sembra tutto fuorchè casuale?

La misoginia degli autori,tra i quali figura anche una donna?L'idea che chi è in possesso di una superiore intelligenza unita ad una non comune capacità analitica rifugga dalle relazioni sentimentali,per loro natura scommesse a quote non eque,una specie di gioco delle tre carte dove si finisce sempre per perdere?O forse la constatazione che il Re è solo,che più ci si allontana dagli standard della gente comune più è necessario essere in grado di bastare a se stessi.Non lo so ma mentre scrivo mi viene in mente che la lista si potrebbe allungare:pensiamo a Don Matteo e Padre Ralph,che però hanno un'ottima giustificazione per la loro condotta.Spero che qualcuno dei cervelli fini che passano di qua ogni tanto mi aiuti a risolvere l'enigma.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Roberto,
se ti prendo sul serio devo scrivere un libro intero con quello che penso su questo soggetto...
Io penso che non sempre il genio è una caratteristica che si estende a tutti i campi della vita. Freddy Mercury era un genio sul palco ma nella vita era un povero tossicodipendente, con tutte le caratteristiche tristi e che suscitano pietà... Mozart era un genio davanti al pianoforte ma talmente irresponsabile nella vita che non lo avresti ricevuto in casa tua...
Sherlock Holmes era un cocainomane ed è mia opinione che il personaggio romanzato contenga tratti autobiografici dell'autore. La lista può essere immensamente lunga se descriviamo personaggi famosi ed infinita se parliamo di persone che non hanno mai raggiunto la fama.
Il punto è che non basta il genio in un campo per giustificare i fallimenti in un altro perché alla fine la vita è fatta di tutti gli aspetti, incluso quello sentimentale e di relazione. E quando cerchi di evitarne uno qualsiasi alla fine ti ritrovi a farci i conti in un modo e nell'altro come la vita dei personaggi che ho citato ha ampiamente dimostrato. Penso che ognuno dovrebbe vivere la vita cercando di migliorare se stesso e ciò che lo circonda.
Perché una relazione sentimentale sia soddisfacente e non un ripiego di comodità o un'abitudine, è inevitabile prendersi totale responsabilità per la cosa dal momento in cui scegli l'oggetto del tuo amore al portare avanti la relazione in qualsiasi condizione, allo sviluppare la tolleranza necessaria alla convivenza, alla creazione costante del rapporto perché non diventi mai banale e vuoto. E' un lavoro che richiede intelligenza e altruismo costanti. E quello che ti da in cambio non può essere rimpiazzato dalle soddisfazioni sul lavoro e viceversa...
La vita è un intero fatto di tante sfaccettature, ognuna di esse è fondamentale e merita il nostro rispetto ed attenzione, se si vuole vivere la completezza della vita...

Lanza ha detto...

Enrica cara,non ho fatto affermazioni di alcun tipo nè sostenuto alcuna tesi.Mi chiedevo solo perchè quattro scrittori abbiano creato il personaggio di un detective misogino.Hai qualche idea in proposito?

Anonimo ha detto...

Caro Roberto,
no. Non so risponderti. Devo dire che conosco benissimo i personaggi di Hercule Poirot e Sherlock Holmes che ho letto moltissimo anch'io in passato e non conosco quasi affatto Nero Wolfe ed Ellery Queen... I primi due sono entrambi inglesi e provengono dallo stesso periodo storico... Mentre in Sherlock Holmes non si percepisce alcuna passione terrena, Hercule Poirot, sebbene non legato da una relazione sentimentale, mostra spesso di essere affascinato dal gentil sesso. Non mi sembra affatto misogino... sbaglio?
Ti abbraccio.

Anonimo ha detto...

Da lettore o spettatore di un bel giallo, ti dico che una storia d'amore o un'attenzione verso altro che non fosse la soluzione del caso, mi disturberebbe. La misoginia dei protagonisti serve all'economia del racconto e a mantenere costante l'attenzione sul caso... ma è solo un'idea. Anche Colombo parla sempre della moglie, ma la moglie non si vede mai, e meno male.

Bacetti, Linda

Anonimo ha detto...

Anche in CSI Miami, il tenebroso Oratio...che per inciso mi fa impazzire ;-)....non s'è mai visto con una donna, eccetto la sorella di uno dei protagonisti ammazzata poco dopo....vuoi mettere il fascino dell'uomo solo, misterioso, di cui non si sa nulla, rispetto a uno che torna a casa e chiede cosa c'è da mangiare, o come sono andati i figlia a scuola :-))
Audrey

il mio nome è mai più ha detto...

Miss Marple e Jessica Fletcher?
Entrambe sole.
Credo non sia una questione di sesso, Roberto.
Mi risulta, tra l'altro, che la Levi Montalcini non abbia mai avuto matrimoni o relazioni degne di essere ricordate.
A certi livelli di intelletto penso che la condivisione con un altro sia fonte di disturbo e di inutile distrazione.
Forse si è talmente presi da ciò che si fa, da ritenere la faticosa costruzione di un rapporto sentimentale una perdita di tempo. Anche perchè, eccetto che in pochi, fortunatissimi casi, in amore c'è sempre un perdente.
Io, come sai, non credo nelle relazioni eterne.
Quelle dei nostri genitori duravano perchè dovevano durare. Anche se si era infelici.
Anche se si era obbligati a sopportare ogni genere di assurdità.
Personalmente ho avuto l'esempio di due genitori che ancora oggi si vogliono un bene incredibile, ma ti posso garantire che hanno attraversato periodi orrendi, ed io, che sono la più grande, ho avuto modo di capire tante e tante cose: le umiliazioni, i tradimenti, certi schematismi che aborro con tutte le mie forze, e che hanno gettato in me il seme che poi sarebbe germogliato.
Per cui oggi mi sento di dire che le relazioni fra gente che dice di amarsi sono generalmente brutte recite.
Qualcuno si salva: ma giusto qualcuno.

missminnie ha detto...

buongiorno Roberto, penso che gli uomini siano in fondo dei misogini conclamati, chi più chi meno. Basta osservare certe facce insofferenti al supermercato dietro al carrello spinto dalla moglie, o certe bocche cucite mentre guidano con accanto una donna che parlaparlaparla, gl'inglesi si sono pure inventati dei clubs esclusivi dove nessun piedino femminile ha mai calpestato le assi...d'altronde se non era per eva adamo era ancora nel paradiso terrestre a godersi la vita. Dio è maschio, ha un figlio maschio, s'è inventato uno spirito santo maschio e angeli maschi , a parte mammà , che è sacra, le altre sono sante con le visioni mistiche.
per quale motivo gli scrittori dovrebbero essere tanto diversi?

Lanza ha detto...

Ti ringrazio per l'attenzione, Enrica carissima.Sei una persona deliziosa e la tua positività non manca di stupirmi ogni volta.A proposito di Poirot,credo proprio che tu abbia ragione:esprime a volte un'ammirazione tacita e senza seguito,ma sempre di ammirazione si tratta.

Hai probabilmente centrato uno dei motivi dell'assenza di mogli e fidanzate,Linda bella. Distoglierebbero l'attenzione dalle indagini.

Anche la tua ipotesi è molto interessante,Audrey cara.Quindi la vita narrata sarebbe solo una parte della vita effettiva di questi personaggi,ed esisterebbero aspetti che il lettore deve limitarsi ad immaginare.Grazie.

Quindi,Nico, mi pare di capire che tu sia per l'ipotesi “Il Re è solo”. Francamente è quella che preferisco.Riguardo alle relazioni la penso come te:una volta separarsi era,se non impensabile, una decisione estrema.Spesso si continuava a vivere insieme facendo finta di niente,fino ad accettare praticamente tutto. Preferisco due persone che si lasciano,lo trovo più onesto.

Senz'altro è vero quello che dici,Minnie.Il fatto che uno degli scrittori sia una donna mi aveva depistato per un attimo.Il cervello femminile funziona in modo più elastico rispetto a quello dell'uomo.Basti pensare che non ci sono donne tra i primi cinquanta giocatori di scacchi.Il motivo?Non resistono in silenzio per ore.

il mio nome è mai più ha detto...

Lo trovo più onesto anch'io, Roberto.
Non sempre i figli dei sepolcri imbiancati crescono felici e sereni.
Al fatto che il re, o la regina, siano soli, mi son dovuta abituare.
Dopo una necessaria rivoluzione copernicana di me stessa.

Bastian Cuntrari ha detto...

Oggi ho letto qualche post degli oltre 200 segnalatimi dal Reader senza commentare, ma sul tuo non potevo esimermi! Intanto scopro un altro interesse che abbiamo in comune, i gialli: affinità elettive?
Ma mi corre l'obbligo di una piccola precisazione: a parte Wolfe (concordo, era un misogino sui generis, visto che - in ogni caso - in Montenegro aveva adottato una bimba), ma non Holmes né Poirot.
Secondo me sono soltanto dei "solitari": Holmes prende una scuffia sonora per Irene Adler - che chiamerà sempre "la Donna", con la maiuscola - e Poirot, credo ne "La scatola di cioccolatini", incontra una sua vecchia fiamma, della quale serba ancora un ricordo molto tenero. Di Ellery, che dirti? Più che misogino - e non so perché - mi verrebe da pensare che fosse gay: forse i due cugini-autori non si sono messi d'accordo sull'immagine del femminino!
Comunque, credo che Enne, la mia tormentata "gemella diversa", abbia dato una perfetta definizione al problema: Re e Regine - dal momento in cui salgono sul trono (dell'investigazione, nel nostro caso) - si isolano, e lavorano meglio da soli, senza le distrazioni che una vita a due potrebbe implicare.

@Audry: a parte gli sponsali brevissimi con Marisol, la sorella di Eric Delko, Horatio è stato innamorato per lunga pezza di Yelina, la moglie di suo fratello.

@Enne, la OK per Miss Marple, ma la Fletcher è vedova di Frank!

Lanza ha detto...

Lo stare soli a volte denota un'etica speciale,Nico cara,l'impossibilità di convivere con una volgarità ormai standard. Non per niente Nietzsche diceva che la solitudine è istinto per la pulizia.

Zelda ha detto...

io di genio ne conosco uno;ed è misogino.Un pò poco per fare media,mi rendo conto.
Il tuo post mi ha divertito un sacco, ciao Robi!

Zelda ha detto...

(non so ...i detective sono cripto gay?)

Censorina ha detto...

Ma guarda un po' a che riflessioni ti abbandoni. Quello che dici è vero. C' è soltanto il tenente Colombo che ammette di avere una moglie, ma più che una donna è un intercalare continuo.
Ciao Roberto.

Lanza ha detto...

Bastian cara,il tuo commento è documentato e preciso,come al solito.Come non condividere ciò che affermi con dovizia di particolari?Ti ringrazio per avermi dedicato un pò del tuo tempo.Ciao

La testimonianza diretta è rivelatrice,Zelda carissima.Sono contento di averti divertito.
Crypto gay?Ti confesso che ci avevo pensato.

Ogni tanto penso a cose strane, Paola carissima.La moglie di Colombo credo sia meglio che si manifesti solo nei discorsi del marito.Ciao

 
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