Frida Kahlo,The suicide of Dorothy Hale,1938
Frida Kahlo,The wounded deer,1946
A volte sento il bisogno di stabilizzare le mie idee.E’ faticoso oltre che frustrante non avere,come dice Battiato,un centro di gravità permanente.
Un giorno comprendere e in qualche modo giustificare tutti i comportamenti per poi il giorno dopo stigmatizzare i medesimi.In fondo a ben pensarci tutti hanno una attenuante o una giustificazione non foss’altro la convinzione di essere dalla parte della ragione.Non ne siamo sempre convinti anche noi?Sino a che punto è condannabile una persona che non ha mai avuto una vera possibilità di essere diversa da quello che è? Vorrei tornare bambino e segnare buoni e cattivi sulla lavagna per una mia personalissima classificazione.E buttare via il gessetto.
11 commenti:
A me piacerebbe molto meno vivere nella ferrea convinzione delle mie certezze senza aprire la mente alla possibilità del diverso... ;) Vai bene così :D E buoni o cattivi... uhmmm troppo netto per riuscire nell'impresa! sarà che io tendo sempre a giustificare... ;)
PS Grande, hai messo le didascalie! Questo si che è un ottimo servizio per noi! :* Io aspetto ancora chiarimenti, eh... :)
@lilu8:a volte si pensa solo ad una soluzione "riposante".
Chiarimenti?? msg pvt ok?:)
ma tu pensi che davvero qualcuno abbia avuto la possibilità di essere diverso da quello che è? io non credo, sai?
Estratto dal tuo commento al post"Infinite variabili"
RazzaCorta ha detto...
(omissis)L'illusione di avere il potere di creare certe condizioni ci fa vivere più sereni. Credo che in molti andrebbero nel panico più totale se dovessero accettare che in fondo il nostro potere decisionale su quel che ci capita è ridotto all'osso(omissis).Non ti sembra contradditorio con quanto scritto qui?Ciao
e allora forse non mi sono spiegata bene, perchè credevo di dire invece esattamente la stessa cosa. oppure non ho capito quello che volevi dire tu. se ti dico che, secondo me, ognuno, a prescindere da tutto il contorno, dalle possibilità, difficilmente diventerebbe "qualcosaltro" o "qualcunaltro", perchè alla fine si arriva sempre verso la stessa destinazione (già determinata, e molto poco da noi), mi sono spiegata meglio? :D
@razzacorta:il tuo atteggiamento è fatalistico tipo"il destino è già scritto"?
Io credo che la nostra vita sia il mix di eventi non prevedibili nè programmabili:se le nostre sorelle(tanto per citare una cosa che abbiamo in comune)fossero finite sotto un TIR credi che questo non avrebbe cambiato la nostra vita?O se fossero morte per overdose?O forse sono io quello che non capisce.Ciao
certo che sarebbe cambiata! ma hai fatto due esempi che dimostrano che difficilmente le strade che intraprendiamo sono scelte da noi al 100%. io piuttosto credo che la percentuale di "libero arbitrio" (non quello biblioco!) sia molto più bassa. secondo me diciamo la stessa cosa... forse. :D
Dopo questo chiarimento direi che si,diciamo la stessa cosa ma in termini diversi e forse per questo fatichiamo a capirci.
Però se fossimo nati in una favela di Rio o di Città del Capo solo un miracolo avrebbe potuto farci prendere la laurea.Ciao e grazie per il contributo reiterato e per me molto prezioso.
Mi piace l'ultima frase:"Vorrei tornare bambino e segnare buoni e cattivi sulla lavagna per una mia personalissima classificazione.E buttare via il gessetto."
ogni tanto con la scusa che "scherzo" lo faccio ancora, non per imporre le mie idee o i miei attaggiamenti..., ma per ordinare opinioni altrui. Che dici, son presuntuosa? Forse, ma così "mi spoglio" per non pentirmi...
Bacio, Glò
Glò:la fatica è spostare di continuo i nomi da una parte all'altra.Un bacio
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