Vi spiego le cose ovvie...datemi solo il tempo di capirle

venerdì 23 gennaio 2009

Vorrei spezzare un'arancia







In un recente post (di Domenica 14 dicembre per la precisione) sono stato criticato per avere in quelle tre righe espresso un concetto considerato potenzialmente pericoloso.La critica necessita per forza di cose di uno sforzo per comprendere quello che si è letto ed è quindi preferibile ad un generico apprezzamento per il quale è sufficiente una sbirciata al volo.Questo per dire che ho gradito i differenti punti di vista espressi ma comunque mi preme chiarire la genesi di quel post.Anni fa chiaccheravo con un amico che,dopo varie vicissitudini familiari ed esistenziali,si era avvicinato al mondo della droga.Non è un cammino obbligato o un destino scritto:solo un piacere ed un calore a portata di mano,l'illusione di ricevere qualcosa di cui si sente un disperato bisogno e dalla quale si pensa sarà facile liberarsi quando non se ne sentirà più il bisogno.Ma così non era stato purtroppo e,dopo una serie di esperienze comunque mai andate oltre la stagna e il cobret,aveva dovuto rivolgersi al Sert per iniziare una terapia a scalare.Era un momento difficile per lui,aveva bisogno di parlare ed io,che nel frattempo mi ero nominato suo sponsor,facevo del mio meglio per fare in modo che non si sentisse troppo solo.Un giorno uscì con un discorso spietatamente lucido che mi fece riflettere"Nel giro di pochi anni ho perso l'affetto della mia famiglia e della maggior parte delle persone che contavano qualcosa per me.Ho trovato un lavoro in nero dove tutti mi trattano come un appestato,guadagno una miseria prendere o lasciare e mi toccano tutti i compiti che nessuno vuole.Se sparisce qualcosa tutti pensano che sia stato io ma al Sert continuano a dirmi che devo farcela per me stesso.Ma credo che se avessi a cuore il mio benessere smetterei subito la disintossicazione perchè nella mia vita non sono mai stato felice come quando usavo le sostanze ed ora sto barattando questo con una speranza.Ma speranza di che cosa?Di una vita da schifo,una vita di serie B,una vita ad essere guardato dall'alto in basso,ad essere considerato perennemente"a rischio",a lavorare sempre al di sotto delle mie competenze.Non credo di meritare questo perchè non ho fatto male a nessuno se non a me stesso."Naturalmente non potevo approvare questo tipo di discorso però non potevo neanche contrastarlo con efficacia per cui mi limitavo ad alcune frasi di circostanza.
Oggi posso affermare che quelle considerazioni erano dettate dal momento che stava vivendo:oggi il mio amico ha un ottimo lavoro,si è sposato qualche anno fa e ha una splendida bambina.Ci sentiamo con regolarità,ogni tanto ci vediamo:la sua vita di serie B è diventata una vita con i fiocchi.Purtroppo non finisce sempre così.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non finisce così se sei tu a volerla mandare in altro modo.
La verità è che abbiamo troppe carte nel mazzo da poter scegliere.
Le carte non le cambi, puoi comunque ripescare. Ogni minima azione che compiamo è una nostra scelta, lucida o meno che sia. La carta prima o poi la devi guardare, il mazzo è lì, e hai il diritto di pescare una seconda volta. Tutti ce l'hanno, e non si chiama fortuna.

Lanza ha detto...

@TerryGlou:grazie per il contributo.Hai ragione a dire che le possibilità sono molteplici,la mia personale esperienza mi spinge ad aggiungere che la sensibilità unita ad un bisogno di attenzione e di amore condiziona non poco la carta che gireremo.Un abbraccio.

 
Clicky Web Analytics