Vi spiego le cose ovvie...datemi solo il tempo di capirle

giovedì 26 marzo 2009

I'm worth a million in prizes







Ho sempre pensato che l'intelligenza vada di pari passo con la semplicità e di conseguenza con il desiderio di farsi comprendere da tutti.Al contrario utilizzare un post di mille parole per esprimere un concetto che ne richiede non più di cinquanta nasconde il tentativo di contrabbandare come cultura il poco o il niente,di sdoganarsi come intellettuale riciclando pochi concetti triti e ritriti.Classico esempio di ciò è innalzare a livello di poesia i fatti della vita di tutti i giorni:parlare di una banale scopata,magari consumata in una squallida stanza di motel in termini di "e poi lasciammo che la nostra linfa vitale ci percorresse l'anima sino ad insinuarsi nelle feritoie più recondite del nostro illusorio sogno"significa un concetto di sè molto alto,un pusher sbagliato oppure il desiderio di rendere unico ed irripetibile qualcosa che tutti fanno senza stare poi a costruirci castelli.Mi immagino queste persone dal salumiere:probabilmente anche qui,mentre noi compriamo due etti di bresaola,loro "sono tutt'uno con quel braccio virile che lentamente si accanisce contro l'impotente oggetto del desiderio ormai orbato della linfa vitale,ma ancora capace di disegnare nell'aria improbabili arabeschi ad ogni fetta che cade sotto i colpi di una gelida lama".
Fino a qui nulla di male,ciascuno scrive quello che gli pare ed io non mi sono mai spinto a commentare scritti del genere(principalmente per evitare una risposta del medesimo tenore).Quello che trovo più spassoso è la lettura dei commenti degli incauti seguaci di questo Nuovo Rinascimento Letterario:si dividono grossomodo in due categorie: altri brillanti de-scrittori del nulla che incensano per essere incensati alimentando così una nefasta spirale di autoreferenzialità e persone semplici che restano affascinate dalle parole che non comprendono,specialmente se nell'insieme suonano bene,e commentano in modo surreale ma entusiastico,terrorizzati dal fatto che qualcuno possa sospettare che non ci hanno capito una mazza.Potremmo chiamarla la "sindrome della corazzata Potiomkin" di fantozziana memoria.Mi raccomando,non andate mai in giro senza una scorta di "improbabili probabilità" o almeno di "una vita mai scritta,che si adagia mollemente sulla propria ombra fugace".

4 commenti:

Anonimo ha detto...

ahahah! ma sei tremendo!
"affilato come la lama di un coltello di sagacità e sarcasmo che t'attraversa i sensi, senza lasciar cicatrici, se non quelle dell'amaro in bocca di un orgoglio ferito nei suoi più profondi meandri"...

è mia questa, eh! che si sappia!!!

Anonimo ha detto...

Cattivissimo, ma bellissimo! Ne farei un manifesto di contro-sottocultura...
Un bacio e buon we, Linda

p.s. un po', abbiamo tutti paura di dire scempiaggini e di essere ridicoli, qundo scriviamo...

Lanza ha detto...

@RazzaCorta:hai uno stile notevole,starai mica per convertirti?

@Linda:quello che temo di non essere riuscito ad esprimere è il fatto che siamo tutti più o meno ridicoli quando crediamo di scrivere cose fondamentali.Buon we a te.

missminnie ha detto...

sono venuta a leggere questo post dopo che ne hai parlato da nico..chapeau, lanza.

 
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